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ARIADIE20
E' il 9 marzo del 1842 quando il Nabucco debutta al Teatro alla Scala di Milano: il successo
fu immediato. Terza delle opere di Giuseppe Verdi, scritta su libretto di Temistocle Solera.
Definita l'opera della “rinascita” verdiana, arriva dopo un periodo funesto della vita del
compositore. Dopo la morte dei due figli e della moglie, dopo il flop dell’opera ‘’Un giorno di
regno’’, Verdi decide di non scrivere mai più una nota. Che perdita per il mondo intero! Per
fortuna l'impresario Merelli gli consegna il libretto del Solera, Nabucodonosor : “Ti piacerà
Peppino, vedrai!” Verdi va a casa e privo di ogni estro creativo, lancia il libretto sul
pianoforte. Ecco che il fato cuce il destino di Verdi: il libretto cade e si apre sulla pagina del
famoso coro del Va' pensiero. E' una rivelazione: perché queste parole suscitano in Verdi
un così grande desiderio di tornare a far musica? Sarà la storia a parlarcene: Nabucco
diventerà il manifesto degli Italiani che vogliono liberarsi del dominio austriaco. Nabucco
parla di prigionia, di un re saggio che impazzisce per poi rinsavire, di una finta figlia pronta a
tutto per il trono e di una figlia vera pronta a sacrificarsi pur di non tradire. Fu quest'opera a
decretare l'immortalità di un compositore che negli anni toccò vette mai sfiorate.
Fu quest'opera, le sue arie, i suoi cori a fare di Verdi un vero e proprio compositore “popular
song”, in breve pop!
Direttore d’orchestra: Damiano Maria Carissoni
Nabucco: Lorenzo Battagion
Abigaille: Eugenia Braynova
Zaccaria: Paolo Battaglia
Orchestra: Polimnia Arts
Coro Lirico Pinerolese Sartoria: Rita Curletti
Ismaele: Alejandro Escobar
Fenena: Rosy Zavaglia
Costumi: Associazione Maschera di Ferro
Anna: Ilaria Lucille De Santis
Regia : Luigi Oddoero
Scenografie: Silvio Papale, Marco Benedetto
Sacerdote di Belo: Andrea Goglio
Abdallo: Bekir Serbest
Luci: Flavio Vittone, Stefano Menegatti